I Retainer ortodontici

Cari lettori della mia pagina web vorrei portare l’attenzione sull’uso dei sistemi di mantenimento ortodontici più usati dopo ortodonzia fissa ovvero i retainer.

Vengono applicati soprattutto lingualmente (ovvero sulla superficie interna dei denti dell’arcata inferiore da canino a canino) e spesso anche palatalmente ovvero sull’arcata superiore, con varie tecniche.

1: Caso di G.C. : esempio di retainer linguale


Francamente, dopo anni di studi sulla DEGLUTIZIONE e sull’utilizzo di stimolazioni propriocettive intraorali, in particolare linguali (vedi tesi sulle ALPH), ritengo opportuno sfatare qualche convinzione dei miei colleghi ortodontisti ovvero che i retainer garantiscano il mantenimento dei risultati ottenuti con terapia ortodontica fissa (=che i denti non si spostino) e che questi presidi non creino alcun danno.


Il problema centrale è : perché utilizzare questo presidio di prevenzione del rischio di recidiva ortodontica che riporta il paziente esattamente alla disfunzione linguale per la quale si è presentato da noi ?


Il paziente ortodontico presenta una malocclusione a causa di:

  • deglutizione atipica (causa principale)
  • respirazione (mista)orale
  • parafunzioni
  • masticazione prevalente monolaterale
  • altre cause
    Poniamo il caso che un paziente venga da noi ad esempio per un problema di deglutizione atipica (scorretta) che come abbiamo descritto è solitamente una delle cause principali di malocclusione;
    …..dopo avergli spiegato il modello di deglutizione fisiologico che prevede prima di tutto che la lingua debba “puntare” allo spot e magari mandato a fare esercizi di logopedia per raggiungere lo scopo………
    alla fine della nostra terapia, conclusa magari con un eccellente occlusione, perché andare ad applicare un presidio in bocca, il RETAINER, che condannerà il paziente per tutto il resto della vita a sentire un richiamo verso di esso?
    infatti il retainer, per la sua conformazione, è un potente ATTRATTORE linguale e si comporta a quel punto come causa di una nuova disfunzione linguale/posturale che può generare problemi a svariati livelli (locali e a distanza)
    Ma procediamo per gradi.
    La deglutizione è un complesso meccanismo che coinvolge almeno 44 muscoli ( vedi libro “la nuova ortodonzia” di Ferrante, Chiesa, Ceravolo ) di cui i 17 m. linguali, quelli responsabili dell’occlusione ed in particolare gli elevatori mandibolari, i muscoli laringo-faringei e i muscoli cervicali.
    Questo movimento è così complesso ( e questa complessità è visualizzabile in RMN cerebrale) che ogni individuo per creare un “engramma” cerebrale necessita di un lungo tempo ( dalla tredicesima settimana di vita intrauterina ai 6 mesi di vita post partum).
    Alla base delle condizioni per poter eseguire una corretta deglutizione è necessaria una stabilità mandibolare, data dai muscoli che stabilizzano la mandibola ( elevatori ed abbassatori) grazie al contatto dentale posteriore. Di qui si può comprendere come la deglutizione sia collegata in modo imprescindibile con la gnatologia ovvero lo studio della masticazione a livello articolare.
    La stimolazione trigeminale infatti avviene sia quando poniamo la lingua allo spot palatino ( ovvero tra la papilla retroincisiva e le rughe palatine), sia quando stimoliamo i legamenti parodontali (contatto dentale) e i fusi neuromuscolari presenti nei muscoli masseteri.
    Le fasi della deglutizione sono 3: fase orale , fase faringea e fase esofagea.
    Durante la prima fase, in fisiologia, è necessaria l’attivazione della lingua, la stabilizzazione mandibolare, la passività della muscolatura oro-facciale e la comparsa di una pressione aerea negativa nel faringe e quest’ultima garantisce il deflusso del muco dall’orecchio medio al faringe attraverso le tube di Eustachio.
    Ricordiamoci questo perché come vedremo, le otiti ricorrenti sono uno degli effetti di frequente riscontro nei pazienti con deglutizione scorretta.
    Gli atti deglutitori sono ben 1600-2000 al giorno infatti l’effetto della mancata spinta della lingua contro il palato è evidentemente un palato STRETTO, quindi una cosa di cui avrete sicuramente sentito parlare, e che è alla base del problema “affollamento dentario” ma qui non mi dilungo oltre.

Esempio di deglutizione in una bimba, caso di P.A., con spinta linguale anteriore

Ma …. se noi poniamo un dispositivo che obbliga la lingua ad andare contro i denti, noi esprimeremo la stessa forza che essa dovrebbe esprimere sul palato, e che va dai 1000 ai 1500 gr, contro gli incisivi/canini inferiori ( o superiori) con conseguente effetto di spinta diretto sui denti .
Immaginate di battere su un chiodo non in asse ma trasversalmente, cosa farà quel chiodo?
Effetti diretti:

  • deformazione delle arcate per azione della lingua,
  • recessioni gengivali,
  • open bite

caso di G.C. : recessioni gengivali

G.C. : open bite

Precisamente si assiste a:
Modifica del tono di elevatori e abbassatori, orofaringei e mimici facciali con conseguente ritorno al morso coperto (interposiz linguale laterale) o aperto di partenza, restringimento dell’arcata superiore ( per l’assenza della lingua) ,falsa III classe per avanzamento degli incisivi inferiori, difficoltà deglutitorie e masticatorie.Caso di una paziente, F.S., che ha portato per 8-10 mesi un apparecchio fisso allo scopo di allineare i denti e che subito dopo ha messo un retainer linguale e palatale. Dopo 15 gg insorge dolore mandibolare e alla spalla, dopo alcuni mesi viene alla mia osservazione con questa situazione:
Effetti a distanza possiamo avere:

  • Cervicalgie, alterazioni della colonna vertebrale
  • cefalee
  • disturbi visivi
  • Otiti ricorrenti,
  • dolori mandibolari
  • problemi di appoggio plantare
  • squilibri ormonali ( ipofisari prolattina, tiroidei)

2: Caso di una paziente, F.S., che ha portato per 8-10 mesi un apparecchio fisso allo scopo di allineare i denti e che subito dopo ha messo un retainer linguale e palatale. Dopo 15 gg insorge dolore mandibolare e alla spalla, dopo alcuni mesi viene alla mia osservazione con questa situazione:

Già nell’OPT evidente creazione di un Open bite anteriore sx

Foto occlusale in statica  e laterale sx in statica

Foto in dinamica :  protrusiva

Foto eseguita subito dopo la rimozione del retainer in cui si evidenziano gli effetti della spinta linguale sugli elementi 33,32,32,31,41

notare posizione 31,32,33
  1. Caso clinico B.M.: questo paziente viene anche lui per motivi posturali,
    anni dopo applicazione di retainer.
    Qui vediamo le foto nel giorno in cui abbiamo rimosso retainer linguale dopo sua richiesta a seguito di valutazione posturale.

ACV=116 indica flessione cranica secondo Rocabado
distanza di H da C3-RGn=1,14 mm quindi Ioide alto



Morso molto coperto
Protrusiva con mantenimento della deviazione di mediana inferiore a SX
(n.b. il sanguinamento che vedete è perché le foto sono state fatte subito dopo la rimozione del retainer)

Osservate la Lingua indentata lateralmente e ruotata a dx


Guardate la differenza di posizione dei canini per effetto della spinta linguale
 

Dunque queste sono bocche che restano “ferme”?
Dunque questi sono pazienti che non subiscono danni a distanza
riconducibili alla presenza del retainer?
Per fortuna esistono altri metodi per il mantenimento a distanza del nostro trattamento che sono quasi del tutto esenti da effetti collaterali e altri tipi di trattamento ortodontico individuali che mirano a ridurre al minimo la recidiva e sicuramente a favorire il mantenimento dell’allineamento dentale in altro modo.
A voi le riflessioni…